Notte turchina
Serena è la notte, e divina
risplende la luna, fra tante
faville di stelle regina,
eterna viandante
nel cielo, con aria sognante,
e posa il suo sguardo malioso
il sonno a donar rilassante
d'un dolce riposo.
Nel fosso, laggiù, misterioso,
tra l'ombre, concertan le rane,
e un rivo fluisce, armonioso
di musiche arcane.
E dormon le case lontane,
sui colli, nel tenue chiarore;
nel bosco s'aggirano, strane,
nel muto tremore
del teso esitare dell'ore
obliate, indistinte magie,
turbanti d'occulto stupore
di fiabe, bugie
del tempo fanciullo, alchimie
di dolci paure cercate,
e scorrono le nostalgie
d'età tramontate.
O magiche notti d'estate!
La rana è, laggiù, canterina
d'incanti, illusioni, irraggiate
di luce argentina.
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