Articolitratti dalla rivista
VILLA ARRIVABENEa cura di Gioia Guarduccida "Il Dolce Stile Eterno" supplemento de L'Alfiere di Ottobre 2005
Villa Arrivabene, la sede che in Firenze ospita le più importanti manifestazioni della nostra Associazione, risale con certezza, nelle sue parti più antiche, al periodo medievale (secoli XI- XII); nell'area del suo giardino sono stati rinvenuti addirittura resti di un cimitero risalente all'epoca barbarica. Il complesso si componeva in origine di vari edifici, ampliati e rimaneggiati in epoche diverse, con evidenti strutture difensive tutt'attorno alla grande torre, oggi inglobata nella struttura muraria della villa. Era questa una sorta di fortilizio situato a difesa dei confini tra il territorio di Firenze e quello di Fiesole, lungo il corso del torrente Affrico, anzi proprio all'altezza di un ponte sul fiume. Il luogo era al centro di importanti vie di comunicazione tra le valli dell'Arno e della Sieve. Da documenti catastali, sappiamo che nel 1427 la villa era di proprietà della famiglia dei Gianfigliazzi, ebbe poi altri proprietari, finché (nel 1503) venne acquistata dalla famiglia Soderini. La proprietà fu ampliata con l'acquisizione di appezzamenti di terreno adiacenti all'Affrico. Il complesso, con annessi agricoli, casette, orti e poderi venne detto “Orto de' Soderini” o “il Soderino” o anche semplicemente “Il Giardino”. Nel 1588 la villa fu confiscata a Gianvittorio Soderini, che era stato condannato per motivi politici, ma presto tornò al figlio di lui, Piertommaso, come dono del Granduca Ferdinando I. Successivamente, per via ereditaria, arrivò a Jacopo Alemanni, un cugino del Soderini, però nel 1615 venne acquistata da Bartolomeo Bourbon del Monte, marchese di Piancastagnaio. I Bourbon del Monte, che rimasero proprietari della villa nei secoli XVII-XVIII, oltre i numerosi restauri e la costruzione di una cappella gentilizia, fecero decorare il complesso con begli affreschi, con l'intento di farne la dimora di rappresentanza della famiglia nella città di Firenze. L'edificio, che abbinava le caratteristiche del palazzo urbano e della casa rustica, cominciò ad assumere l'aspetto che conserva tutt'oggi, anche se allora l'ingresso principale era rivolto al nord, nell'odierna via Scipione Ammirato. Quando i Bourbon acquistarono altre case in Firenze e a Settignano, questa dimora perse prestigio e venne denominata “Villa da Basso”, mentre molti dei suoi arredi, i più preziosi, andarono ad abbellire gli altri palazzi della famiglia. Tra il 1700 e il 1800 la Villa, ormai trascurata, cominciò lentamente ad andare in rovina. Nel 1864 il ricco commerciante fiorentino, Emilio Fiorini, l'acquistò, procedendo a seri restauri ed abbellimenti. Con l'avvento di Firenze capitale ed il conseguente sviluppo edilizio della città, l'architetto Poggi, per difesa contro le piene, fece scavare l'alveo del torrente Affrico e demolire alcune case annesse alla villa nonché la cappella, (le funzioni religiose che qui si svolgevano furono spostate nell'odierna chiesa di San Salvi). Per la costruzione della rete ferroviaria nel 1867 iniziarono anche le pratiche per l'esproprio del podere “Soderino”. Alla morte del Fiorini, nel 1885, la Villa passò in eredità alla figlia Virginia, andata sposa al conte Silvio Arrivabene Valenti- Gonzaga di Mantova: di qui il nome di Villa Arrivabene. Negli anni Venti vari terreni e poderi furono espropriati per esigenze del piano regolatore. Nel 1941, riconosciuta l'importanza storico artistica dell'edificio, il bene fu vincolato da parte del Ministero dell'Educazione Nazionale, con provvedimento notificato ad Emilio Arrivabene, figlio di Virginia. Nel 1950, approvata dalla Sovrintendenza del Comune la proposta avanzata da Emilio Arrivabene, fu lottizzata una parte del complesso, con demolizione di vecchi edifici e costruzione di case per civile abitazione. Sempre nel corso di questo stesso anno, i nuovi proprietari, Broccoletti e Falcini, presentarono un nuovo progetto di demolizione di altri annessi e di costruzione di alloggi. Il corpo principale della Villa, vincolato precedentemente, non poté ovviamente essere toccato, ma fu diviso in appartamenti. A seguito degli ingenti danni causati dall'alluvione del 1966, la Villa andò pian piano decadendo fino a che, dopo inutili solleciti ai proprietari per gli urgenti e necessari lavori di manutenzione, il complesso venne confiscato dal Comune di Firenze, per essere utilizzato come edificio di interesse pubblico. Nel 1980, dopo essere stata restaurata e recuperata nell'aspetto tardo ottocentesco che le conosciamo, Villa Arrivabene divenne sede del Centro del Quartiere 2. Oggi ospita una ricca biblioteca ed offre per tutto l'anno numerose opportunità di incontro e interessanti iniziative socio culturali. Gioia Guarducci |