Poesie premiate
I testi
TROFEO COLLE ARMONIOSO 2015
1a poesia classificata
BRIVIDI D'AMORE
I mandorli e ciliegi appena in fiore
che all’alba insieme fanno capolino
ci scorgono abbracciati da vicino
a trafugare brividi d’amore.
Scandisce il cielo le sue prime ore
un fumo lento s’alza dal camino,
nel sole sorto come un lumicino
i mandorli e ciliegi appena in fiore.
Il pettirosso becca il suo semino
scrollandolo su viole bicolore
che all’alba insieme fanno capolino.
Vola posando brina un cherubino
nell’attimo in cui gli occhi delle more
ci scorgono abbracciati da vicino.
...E s’apre il ciclamino!
Tra i raggi densi e colmi di calore
a trafugare brividi d’amore. |
Marinella Paoletti - Colli del Tronto (AP)
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2a classificata
QUESTO GIORNO
Questo giorno che è mio
si dipana pacato
ora che il sole ha spento la vampa
e dispiega veli
soffusi di rosa sulle nuvole.
Il vento dondola i pensieri
come panni stesi sul filo,
questo giorno che scorre
frazionato in mille istanti
non ha spine di attese
proiettate nel futuro,
ha aperto piano le mani
per non trattenere
la sabbia del tempo,
questo giorno che è mio
lascia fluire dolcemente
il respiro della vita
in un istante che va
come un presente senza fine. |
Caterina De Martino - Catania
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3a classificata
NIDI DISFATTI
In tutti noi esiste un posto amato
dove da bimbi abbiam cercato pace
era forse una semplice collina,
un terrapieno che sembrava un colle.
L'abbiamo perso e dopo ricercato
l'erba è stata tagliata, il vento tace,
il sole più non sorge la mattina
son sorte case al posto delle zolle.
Quella serenità senza pensieri
tra prati verdi ed alberi da frutto
soli col cane, senza soldi in tasca,
ad apprezzar quel bene posseduto.
Ora confuso tra problemi seri,
tra discussioni prive di costrutto,
mi sento perso in mezzo alla burrasca
quella pace ricerco che ho perduto.
Più non la trovo e neppur ci provo,
la sogno però, l'ho sempre in cuore,
quando ne ho voglia pochi passi muovo
in gran silenzio senza far rumore,
il colle sempre verde ancor ritrovo,
la mano allungo e vi raccolgo un fiore. |
Salvatore Armando Santoro - Boccheggiano (GR)
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4a classificata
IL GUSTO DELLA VITA
Sotto un cielo dall’antico splendore
e nuvole sfrangiate all’orizzonte
ritornano alla mente sonnolenti
dolci ricordi di giorni lontani.
Mentre l’onda accarezza la battigia
e l’alba schiude il sonno alle conchiglie
fra chiazze di luce un’eco di passi
perduti al lieve margine dei sogni.
In questo caldo abbraccio di salmastro
ho sogni di fanciulla dentro al cuore
e nella nostalgia cerco parole
con i colori tenui di un sorriso.
Nel canto dell’allodola al mattino
in un profumo azzurro di lavanda
una trama di magico stupore
lampo di giovinezza ritrovata
dolce mi porta il gusto della vita. |
|
Rosa Maria Di Salvatore - Catania
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5a classificata
BRUNO E ROSALBA *
Quella sera, dopo la fiumana, la riva
sfaldata al gioco delle vostre corse
ingenue, non siete tornati
e io, di tre anni, tre giorni
sulle ginocchia di mia madre,
abbracciato al suo dolore.
Adagiati su legni di porta, dalla bocca
un rivolo sottile di bava, di melma,
gente dai casali, dai vigneti e donne e vecchie
- un mormorio sommesso per l’aia -
chi si segnava, chi portava acqua, chi lenzuoli
e fiori, due uomini in nero dagli sguardi lunghi
e io, di tre anni, tre giorni
su quel grembo duro di singhiozzi
in attesa di un risveglio
come quando Rosalba e Bruno
si fingevano, per gioco, morti
stagioni di silenzio, di respiri grandi
come il vuoto, troppo lungo il gioco…
non aspetto più i loro scherzi, i salti
con la corda, mia sorella che mi spettinava
quel ventuno settembre piangevo
per venire al fiume, avreste custodito
i miei tre anni, vi avrei salvato, forse,
forse avete salvato me.
* In memoria di Rosalba e Bruno di 11 e 12 anni, fratelli maggiori dell’autore, annegati insieme nel 1949 nel torrente che attraversa il terreno di proprietà della famiglia sulle colline romagnole |
Franco Casadei – Cesena (FC)
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Premio speciale "Poesia d'amore"
IO AMO
Io amo,
amo la gente, vicini, la famiglia,
amo la casa, un pendolo una sedia,
amo ogni cosa che sta appesa al muro,
amo ogni vecchio mobile, un gingillo,
amo ogni bestia, ogni vegetale,
amo la pioggia, la neve, il cielo terso,
amo il teatro, la musica, la piazza,
con il silenzio e la confusione,
credo sia questo a tendermi la mano,
a trascinarmi fuori dai tormenti,
a costellare attimi di gioia.
Amore senza sosta, illimitato,
restami appresso, ormai siamo al traguardo,
mi servirai fra Demoni, fra Santi,
a patteggiare fra la lunga fila.
Solo la morte non ho amato mai
perché la vita non me l'ha permesso. |
Franca Beni – Firenze
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Premio speciale
PIOVE ALL' IMBRUNIRE
Nell’aria si spande
un livore.
Cadono piccole gocce
argento affidate
al vento.
Piovono lacrime.
In silenzio.
Piove, su le chine
corolle del glicine,
su le rose sfiorite,
sull’esausta quercia.
E oltre la siepe
per la strada d’antiche pietre.
Pozzanghere come laghi
specchiano pezzi di cielo,
senza ombre
senza stelle.
E un mormorio sommesso
fradicio di speranza
come cento carezze
sfiora la pelle.
Ed io, asciugo le lacrime
dei ricordi.
Cerco arcobaleni perduti
al di là delle nuvole.
Piove, a poco a poco
nel cuore,
all’imbrunire. |
Serenella Bianchi – Poggibonsi (SI)
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Premio speciale
NON RACCONTATE AI FIORI
Non raccontate ai fiori che son triste
i petali infiammati di letizia,
precocemente e senza alcun lamento,
andrebbero a raggiungere la terra;
quella terra che i sogni miei accolse
ma gli infantili passi non conobbe,
dove una bolla d’amore mi racchiuse
ed un sole abbagliante mi travolse.
Contemplo a lungo il mare sconfinato:
tra illusioni e lampare
e brume di passaggio
distinguo all’orizzonte casa mia,
un intimo stupore, un ricordo:
la mamma intreccia i miei capelli lunghi
mentre intona canzoni dei suoi giorni
e dice a me – Vivi sempre serena
chè la vita, mia cara, è un solfeggio –
pensieri che sgretolano l’anima
in milioni di frammenti delicati.
Non raccontate ai fiori che son triste… |
Mariela Ramos Criscuoli – Albenga (SV)
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Premio ALBO D'ORO (riservato a vincitori delle precedenti edizioni) ex aequo
IL LIGUSTRO SOLITARIO
… E resto sola, intenta a rammendare
gli strappi frastagliati del mio cuore:
nel lago dei pensieri tormentosi
mi ancoro alle radici e cerco il Sole.
Penso all’albero all’angolo di pietra:
col tronco flagellato dai passanti
tende gli esili rami verso il viale
di platani in concerto e ippocastani.
L’orologio mi scuote dal torpore
e la rondine, sotto la grondaia,
mi parla di colline e di campagna,
di fitti boschi ed acque cristalline.
Guardo il suo nido e…vedo casa mia.
Fra la mia gente trovo i vecchi affetti,
gusto il sapore antico delle more,
divento Clizia in mezzo ai girasoli.
Il piccolo ligustro non ha voce
e, solitario, accetta la sua sorte. |
Anna Bonnanzio - Aprilia (LT)
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Premio ALBO D'ORO (riservato a vincitori delle precedenti edizioni) ex aequo
IL FASCINO DISCRETO DEI SILENZI
All’ansa del sentiero,
dove inizia lo sbalzo dei gradini,
ci accolgono uniformi pennellate
di povere case
allineate a schiera
(barriera estrema all’assalto del bosco)
coi muri intrisi di muffe e umidità,
ingrigite dal fumo e dall’incuria
e senza fiori sopra il davanzale.
Ciò che via via compare
è un susseguirsi di tetti sporgenti
con grondaie contorte e arrugginite
dalle piogge
e dalla furia dei venti.
Anguste finestre di malinconia
s’affacciano su viottoli sconnessi
col muschio abbarbicato ad ogni pietra
e cumuli di foglie imputridite.
È un borgo di montagna,
ormai quasi da tutti abbandonato,
dove solo pochi vecchi ostinati
stanno aggrappati
all’intimo sapore
che gli anni hanno impastato
col tepore dei fuochi nel camino
e il fascino discreto dei silenzi:
nell’arcano destino della vita. |
Fabiano Braccini - Milano
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CONCORSO IL DOLCE STILE ETERNO 2015
1a classificata
TU, DONNA
Guardo l’estremo fiammeggiar del sole
e vedo te nell’oro di ogni ciocca;
negli occhi tuoi bagliori di viole;
miele la bocca.
Nell’anima l’icona del tuo volto,
della tua pelle il voluttuoso afrore
mentre consumo, dentro te dissolto,
l’atto d’amore.
Tra le mie mani seni palpitanti
quando Cupido, messo del Destino,
incoccia verso il cuore degli amanti
l’arco divino.
Ti rivedo nel sogno che s’invola,
ma tu . . . tu sei lontana dal mio giorno!
Domani il sole tornerà. Tu sola
non fai ritorno. |
Bruno Fiorentini - Bracciano (RM)
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2a Classificata
IN QUELLA FREDDA NOTTE DI NATALE
In quella fredda notte di Natale
la pace s’effondeva su in collina,
sotto una scheggia di luna invernale
Gesù nasceva fra il gelo e la brina.
Tutto taceva forse nell’attesa
di correre ben presto al capezzale
di quella donna sulla paglia stesa,
in quella fredda notte di Natale.
Allo scoccare della mezzanotte
scendeva lieve una quiete divina,
tranquilla e benedetta era la notte,
la pace s’effondeva su in collina.
Ecco levarsi un timido vagito
in quella notte che non ha l’eguale,
un bimbo biondo è stato partorito
sotto una scheggia di luna invernale.
Molti pastori scesero dal monte
guidati dalla stella ormai vicina,
un angelo copriva l’orizzonte
Gesù nasceva fra il gelo e la brina. |
Fulvia Marconi - Ancona
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3a classificata
NON VOGLIO ARARE IL CAMPO
Sono specchi ammalianti i miei ricordi
e l’accedervi a volte è lusinghiero,
ma quei folletti colorati, spero,
non siano lì a tentarmi sempre ingordi.
Quando la notte scende e mi addormento
affiorano memorie e loro sanno,
che ho cercato le gioie senza inganno
provando ad alienare ogni tormento.
Vorrei parlare ma la voce tace
perché tenere sempre tutto in petto?
La gelosia, dei sentimenti, ammetto,
assomiglia a una bocca assai vorace.
Non voglio arare il campo, ma soltanto
sbrigliare il cuore, senza alcun rimpianto.
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Elisabetta Freddi - Senigallia (AN)
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