Le rubrichePiccola Storia della Poesia Italianadi Mario Maciocetratto da L'Alfiere, rivista letteraria della "Accademia V.Alfieri" di Firenze
II parte Siamo ora ad uno dei grandi momenti della poesia italiana: il "Dolce stil novo". "Al cor gentil rempaira (=ritorna) sempre amore" Al cor gentil rempaira sempre amore, Questo testo è un po' oscuro (e ancora di più lo è in altre parti), perché Guinizelli fa, in un certo senso, la filosofia dell' amore, usando il modo di ragionare ed il linguaggio, per noi contorti e complicati, propri delle dissertazioni del medio evo sui grandi temi filosofici ed esistenziali. Il significato è questo: L' amore torna sempre al cuore gentile, come l' uccello torna nel bosco nel folto della vegetazione, né la natura fece l' amore prima che il cuore gentile, né il cuore gentile prima che l' amore (in altre parole l' uno senza l' altro non può esistere): perché appena fu il sole, subito il suo splendore fu luminoso, né il sole venne prima (che apparisse lo splendore); e l'amore prende posto nell' animo gentile così naturalmente come il calore nella luminosità del fuoco. Quanto alla metrica, si tratta di strofe di 10 versi ciascuna, misti endecasillabi e settenari. L' andamento delle rime è A B A B c D c E d E (le lettere maiuscole si riferiscono agli endecasillabi, le minuscole ai settenari; ovviamente a lettere uguali corrispondono versi rimati fra loro).
Al Dolce Stil Novo appartennero, oltre a Dante giovane, i suoi amici Guido Cavalcanti e Lapo Gianni, Cino
da Pistoia e altri; furono vicini allo Stilnovismo anche poeti noti per la loro carica di realismo popolareggiante
e a volte violento, come Cecco Angiolieri (ricordate la celeberrima "S' i' fosse fuoco arderei 'l
mondo" ?) Perch' i' no spero di tornar giammai, Tu porterai novelle 1 di sospiri, 1 novelle = notizie Cavalcanti riuscì a tornare nella sua Firenze, ma ormai minato dalla malaria, contratta in esilio, per morire due mesi dopo, poco più che quarantenne.
DANTE ALIGHIERI Spesso sono tentato di considerare Dante il primo dei grandi poeti italiani e ... l' ultimo. Dante nacque a Firenze nel 1265 da una famiglia della piccola nobiltà guelfa e aveva fra i suoi antenati un tal Cacciaguida, cavaliere, morto nella II crociata. Rimase presto orfano e visse l' infanzia in condizioni economiche modeste, ma riuscì ugualmente a farsi una buona cultura, che andò poi ampliando, tanto che la sua "Commedia", definita "divina" dal Boccaccio, non è soltanto un poema, ma in un certo senso la summa della cultura letteraria, politica, filosofica e religiosa del suo tempo. Somiglia in questo ai grandi poemi del passato, come l'Iliade e l'Odissea, che pare fossero considerati dai Greci antichi, non tanto bei romanzi di avventure in versi, quali possono essere per noi, quanto una ricca raccolta di cultura, una sorta di enciclopedia. Attingevano infatti da essi una grande quantità di notizie sulla storia, sia pure romanzata, sulla geografia, sulla religione (con le vicende e i pettegolezzi sugli dei dell' Olimpo, che erano peggio dei personaggi di Beautiful), sull'arte della guerra e della navigazione, e perfino sull'agricoltura e su tante altre attività della vita di tutti i giorni. In gioventù la vita di Dante fu segnata, oltre che dalla passione per la poesia e, ahimè, per la politica
(che non gli portò che guai), da un amore idealizzato per una fanciulla bella e dolce, Beatrice, da lui
conosciuta (non biblicamente!) a diciotto anni (l' aveva vista una prima volta nove anni prima). A Beatrice è dedicato il famosissimo sonetto: "Tanto gentile e tanto onesta pare", dove "pare" ha il significato di "appare" e non, come qualche maligno pensa, di "sembra ... ma non è"! Tanto gentile e tanto onesta pare Ella sen va, sentendosi laudare, Mostrasi sì piacente a chi la mira, e par che de la sua labbia si mova Tanto gentile e tanto nobile appare la mia donna quando saluta qualcuno, che ogni lingua per l' emozione diviene muta e gli occhi non osano guardarla. Ella, sentendosi lodare, se ne va benevolmente vestita d' umiltà (ne ha piacere ma non s' inorgoglisce) e sembra una creatura venuta dal cielo sulla terra a mostrare un miracolo. Si presenta così bella a chi la guarda, che attraverso gli occhi dà al cuore una dolcezza, che non la può capire chi non la prova: e pare che dal suo viso si effonda uno spirito soave pieno d' amore, che va dicendo all' anima: sospira.
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