Le rubriche
Piccola Storia della Poesia Italiana
di Mario Macioce
tratto da L'Alfiere, rivista letteraria della "Accademia V.Alfieri" di Firenze
VI parte
Continuando il cammino nel Quattrocento troviamo Matteo Maria Boiardo, conte, nato nel 1441 a Scandiano (RE), dove
visse, nel feudo di famiglia, prima di trasferirsi alla corte di Ferrara; fu governatore di Modena e poi di Reggio, dove morì nel
1494.
La sua opera più nota, incompiuta, è l'"Orlando innamorato", ancora un poemetto in ottava rima sulle vicende dei Paladini, però
con la novità che Orlando non è solo un eroe guerriero, ma è perdutamente innamorato di Angelica, principessa bellissima e
misteriosa per la quale hanno perso la testa molti guerrieri cristiani e musulmani; seguono vicende complicatissime di guerra,
d'amore e di magia, con un gran numero di personaggi.
Signori e cavallier che ve adunati1
per odir1 cose dilettose e nove,
stati1 attenti e quïeti, et ascoltati1
la bella istoria che 'l mio canto muove;
e vedereti1 i gesti smisurati,
l'alta fatica e le mirabil prove
che fece il franco Orlando per amore
nel tempo del re Carlo imperatore.
Non vi par già, signor, meraviglioso
odir cantar de Orlando inamorato,
ché qualunche nel mondo è più orgoglioso,
è da Amor vinto, al tutto subiugato;2
né forte braccio, né ardire animoso,
né scudo o maglia, né brando3 affilato
né altra possanza4 può mai far diffesa,
che al fin non sia da Amor battuta e presa.
. . . . .
Però che in capo della sala bella
quattro giganti grandissimi e fieri
intrarno5, e lor nel mezzo una donzella,
che era seguita da un sol cavallieri.
Essa sembrava mattutina stella
e giglio d'orto e rosa de verzieri:6
in somma, a dir di lei la veritate,
non fu veduta mai tanta beltate.
1 vi sono molte forme dialettali, come: ve adunati = vi adunate, odir = udire, stati = state, ascoltati = ascoltate,
vedereti = vedrete, ecc.
2 qualunche ... subiugato = chiunque al mondo è più orgoglioso, è vinto da Amore e del tutto soggiogato
3 brando = spada
4 possanza = potenza, forza
5 intrarno = entrarono
6 verzieri = giardino
E' ora la volta di due poeti toscani, che furono anche amici; amicizia un po' sbilanciata, dato che uno era il ricco e potente
Lorenzo de' Medici, detto il Magnifico e l'altro un giovane di belle speranze venuto dalla campagna, il Poliziano.
Lorenzo, nato a Firenze nel 1449, fu signore della città; scampò ad un agguato in cui rimase ucciso il fratello Giuliano (la famosa
congiura dei Pazzi, che non erano pazzi, ma erano una famiglia fiorentina nemica dei Medici, che non erano medici, ma
facevano i mercanti!). Lorenzo dette grande fama ed importanza alla sua città, anche perché seppe condurre un'abile strategia di
equilibri e alleanze che fece di Firenze in quegli anni il perno della politica italiana e, grazie al potere dei banchieri fiorentini, in
parte anche europea. Morì a Firenze nel 1492, anno della scoperta dell'America, che per convenzione segna la fine del Medio Evo.
Lorenzo il Magnifico fu generoso protettore di artisti e poeta lui stesso. Basterà ricordare il grazioso e famosissimo "Trionfo di
Bacco e di Arianna".
Quant' è bella giovinezza
che si fugge tuttavia!1
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c' è certezza.
Quest' è Bacco e Arianna,
belli, e l' un dell' altro ardenti:
perché 'l tempo fugge e inganna,
sempre insieme stan contenti.
Queste ninfe ed altre genti
sono allegre tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c' è certezza.
. . . . .
Donne e giovinetti amanti,
viva Bacco e viva Amore!
Ciascun suoni, balli e canti!
Arda di dolcezza il core!
Non fatica, non dolore!
Ciò c' ha a esser, convien sia.2
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c' è certezza.
1 tuttavia = sempre, continuamente
2 Ciò c' ha ... sia = ciò che deve accadere, accadrà comunque ("que sera, sera")
Il Poliziano si chiamava in realtà Angelo Ambrogini; nacque nel 1454 a Montepulciano (da cui il nome d'arte); venne
giovanissimo a studiare a Firenze; per la sua cultura fu precettore del figlio di Lorenzo; poi, dopo una breve rottura dei rapporti
con i Medici, tornò a Firenze, ebbe una cattedra presso lo Studio fiorentino (l'Università) e morì nel 1494, due anni dopo l'amico e
protettore.
Il suo capolavoro è un poemetto in ottave - le Stanze per la giostra - composto per celebrare i meriti di Giuliano de' Medici, ma
rimasto incompiuto per la tragica morte del giovane. Famosa è anche la ballata, di cui riporto la ripresa (ritornello) e due
strofe:
I' mi trovai, fanciulle, un bel mattino
di mezzo maggio in un verde giardino.
I' posi mente: quelle rose allora
mai non vi potre' dir quant' eran belle:
quale scoppiava dalla boccia ancora;
qual erano un po' passe e qual novelle.1
Amor mi disse allor: - Va', cô'2 di quelle
che più vedi fiorite in sullo spino.-
Quando la rosa ogni suo' foglia spande,3
quando è più bella, quando è più gradita,
allora è buona a mettere in ghirlande,
prima che sua bellezza sia fuggita:
sicché, fanciulle, mentre è più fiorita,
cogliàn4 la bella rosa del giardino.
1 quale scoppiava ... qual novelle = alcune stavano sbocciando, altre erano un po' appassite, altre appena fiorite
2 cô' = cogli
3 ogni suo' foglia spande = apre tutti i suoi petali
4 cogliàn = cogliamo
Con la fine del Quattrocento, soprattutto in seguito alla scoperta dell'America, per l'Italia si chiude un'epoca: l'asse dei
commerci e dei traffici si sposta in Atlantico e mentre si sviluppano nell'Europa occidentale grandi potenze unitarie, gli Stati
italiani, deboli e divisi, vedono ridursi la propria importanza economica e politica, fino alla perdita, per molti di loro, della stessa
indipendenza. Però per almeno un secolo continua in Italia un grande rigoglio artistico e scientifico e anche la produzione
letteraria sarà di tutto rispetto, come vedremo nelle prossime puntate.
* * * * *
Qualcuno sarà deluso vedendo che in questa rubrica le mie chiacchiere prevalgono sui brani degli autori; ma sarebbe
assurdo che cercassi di far concorrenza alle tantissime antologie in commercio. Oltretutto dovremmo andare avanti per trecento
puntate (cioè un centinaio di anni) e per quanto l'idea mi solletichi, non penso sia possibile. La mia vuole essere solo una breve
storia, per forza lacunosa, per ricordare velocemente personaggi conosciuti forse a scuola in anni lontani o per stimolare letture
più ampie ed impegnative.
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