Le rubrichePiccola Storia della Poesia Italianadi Mario Maciocetratto da L'Alfiere, rivista letteraria della "Accademia V.Alfieri" di Firenze
XXIII parte Concludendo questa veloce panoramica sui poeti del Novecento, siamo a Giorgio Caproni, nato a Livorno nel 1912, vissuto a lungo a Genova e poi a Roma, dove ha insegnato ed è morto nel 1990. Fu insegnante, traduttore e critico letterario ed ha pubblicato numerose raccolte di poesie. Da "Il passaggio d'Enea": Le giovinette così nude e umane
Vittorio Sereni è nato a Luino (Varese) nel 1913; durante la guerra fu deportato in Africa; laureato in lettere, ha insegnato e lavorato nel campo dell'editoria a Milano, dove è morto nel 1983. Da "Frontiera", 3 dicembre : All'ultimo tumulto dei binari Pace forse è davvero la tua
Rendiamo poi un doveroso omaggio ad un poeta fiorentino, recentemente scomparso (2005): Mario Luzi. Nato a Castello (FI) nel 1914, uno dei maggiori esponenti dell'ermetismo, è stato insegnante, saggista, curatore di antologie e autore di molti libri di poesia. Da "Il giusto della vita", Terrazza : Un giorno troppo povero d'amore
Franco Fortini, pseudonimo di Franco Lattes, nacque nel 1917 a Firenze; poeta ermetico, laureato in legge e in lettere, partigiano, insegnante, traduttore, collaboratore di riviste e giornali, morì a Milano nel 1994; da "Poesia e errore", Metrica e biografia : In alto, all'aria erta, ai fili d'erba, nelle grotte più chiuse dove cupa dentro l'afa di calce media e merce una ho portata costante figura, - derisa impresa, ironia che resiste,
Parliamo anche di Pier Paolo Pasolini, artista eclettico, personalità complessa, nato nel 1922 a Bologna da madre friulana (il cui dialetto è stato usato dal Poeta per una parte della sua produzione), assassinato a Roma nel 1975. Più che per le sue poesie in lingua e in dialetto, è famoso per l'attività di regista cinematografico. Ne "Le ceneri di Gramsci" Pasolini riscopre le terzine dantesche, anche se con licenze di metrica e di rima, come si vede da questo brano: Me ne vado, ti lascio nella sera che al quartiere in penombra si rapprende. di una vita smaniosa che del roco e assoluto. E senti come in quei lontani caseggiati dove si consuma l'infido
E chiudiamo con Giovanni Raboni, nato a Milano nel 1932, critico letterario e teatrale, traduttore, autore di prose e poesie, morto nel 2004. Ha scritto molti sonetti, sia classici che elisabettiani (tre quartine a rime indipendenti più un distico a rima baciata), spesso con qualche licenza metrica, e anche sonetti "minori" (cioè con versi più corti dell'endecasillabo), come questo, tratto da "Sonetti di infermità e convalescenza": Sul fievole tormento ammiccante lumino nell'attesa che il muro sogno riemerso il cuore
Ci sono naturalmente molti altri poeti del Novecento, più o meno famosi, ma prima o poi dovevo fermarmi; dei viventi poi preferisco non fare citazioni, per vari motivi. Mi sento però in obbligo almeno di nominare alcune delle altre voci significative degli ultimi decenni, come Andrea Zanzotto, Luciano Erba e Elio Pagliarani; Maria Luisa Spaziani e Alda Merini, notevoli presenze femminili; e poi Edoardo Sanguineti, curatore anche di una delle più importanti antologie del Novecento, Antonio Porta e Patrizia Valduga, nonché i poeti che ho già citato su questa rivista nella rubrica sulla poesia dialettale, fra cui Giacomo Noventa, Ignazio Buttitta, Cesare Zavattini, lo stesso Pier Paolo Pasolini, Tonino Guerra e Franco Loi. Mi par già di sentire un coro di proteste: "Perché non ha citato il tale o la tale?" Forse perché li considero più reclamizzati che bravi? O forse perché mi sono sbagliato? O semplicemente perché, per non farla troppo lunga, ho colto fior da fiore? D'altra parte la notorietà non sempre è una garanzia. Le vie del successo non sono infinite, ma sono tante: alcune molto brevi e fortunate, altre scoscese, altre tortuose; la meno transitata, a parer mio, è quella dell'esclusivo merito.
Non mi rimane che ringraziare coloro che mi hanno accompagnato in questa lunga carrellata attraverso i secoli; mi riferisco a quei 4 o 5 - familiari compresi - che hanno avuto il coraggio di seguirmi con una certa continuità dalla prima puntata, nel 1999, all'ultima di oggi; ma ringrazio anche tutti quelli che solo occasionalmente mi hanno incontrato.
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